Alzi la mano chi di voi ha un blog multiautore e mutilingua!
Non posso vedervi ma, se state leggendo questo articolo, probabilmente la risposta e sì e state pensando di farne il restyle oppure di crearne uno.
In questo articolo vi racconto di come, durante l’estate del 2018, ho scelto il tema per il mio blog multiautore e multilingua: Viaggio da sola perché, il sito web delle donne che viaggiano da sole ma che fanno rete tra loro.

Estate 2015 – Nasce Viaggio da sola perché
Viaggio da sola perché (che da adesso abbrevierò con VDSP), un progetto co-fondato da me e da Elena Mazzeschi, nasce durante l’estate del 2015, da un’intuizione e da un’esigenza: creare una rete di donne che viaggiano da sole, che si supportano a vicenda, che si consigliano e che si raccontano le proprie storie. Il sito web è stato creato in meno di un mese, dai contenuti al design. Avevo appena iniziato la mia attività come libera professionista, pertanto avevo pochissima esperienza di progettazione di siti web in WordPress. Non avevo nessun feedback da analizzare, nessuna case study la leggere e nessuno con cui confrontarmi. Avevo solo due esigenze: doveva essere multiautore, perché avremmo dovuto scriverci in due, e multilingue, perché avremmo tradotto gli articoli anche in inglese.
Estate 2018 – Il progetto cresce e si evolve
Fast forward verso l’estate del 2018, VDSP è diventato un progetto importante. Da 2 autrici che eravamo, siamo diventate 18. Pubblichiamo 2 articoli a settimana, di conseguenza i contenuti sono aumentati e quindi anche le visite al sito. Il nostro pubblico è diviso per circa l’85% in pubblico di lingua italiana e per circa il 15% in lingua inglese. Adesso ho feedback reali sull’usabilità del sito, perché a supportare il progetto c’è un gruppo Facebook con più di 13.000 (in quel momento) iscritte che utilizzano il sito quasi quotidianamente. Cambiano anche le nostre necessità. Il tema che avevo scelto 3 anni prima non va più bene perché non supporta la crescita del progetto e sento che non è più il tema adatto per noi.
È necessario un restyle
Comincio con il farmi delle domande e darmi delle risposte. La prima domanda che mi faccio è: quali problemi ho che voglio risolvere?
- Sicuramente il tema scelto 3 anni prima non soddisfa più le nostre necessità. È ancora un bel tema ma le sue caratteristiche sono più adatte ad un blog monoautore o a un piccolo business. Inoltre sento che, con l’aumentare dei contenuti, la sua solidità diminuisce.
- Ho utilizzato troppi plugin per sopperire alle carenze del tema pertanto ci sono continuamente conflitti tra il tema, i plugin e il visual composer che avevo utilizzato all’ora. Ne aggiorno uno e se ne rompe un altro. Mettere pezze non basta più e non rispecchia nemmeno il mio modo di lavorare, ordinato e preciso.
- Non è accessibility ready, ovvero, non è costruito per essere accessibile anche ad un pubblico che ha difficoltà, per qualsiasi motivo, a fruire dei prodotti digitali senza l’uso di una tecnologia assistiva (banalmente, non era navigabile con il solo utilizzo della tastiera).
La seconda domanda che mi sono fatta è: quali sono i miei obiettivi? Come voglio che sia il mio sito, dopo il suo restyle?
- Sapevo già di volere due differenti home page (che da adesso abbrevierò con HP): una per il pubblico italiano e una per il pubblico che legge in lingua inglese. Avevo avuto questa intuizione qualche tempo prima, quando mi ero resa conto che il pubblico che legge in inglese era più interessato al blog che a tutto il resto del sito.
- Volevo che l’HP avesse una struttura a blocchi tramite widget perché sapevo che in futuro avrei voluto avere la possibilità di inserire banner pubblicitari e volevo farlo nel modo più semplice possibile (qualche mese fa, infatti, abbiamo attivato una collaborazione con Destinazione Umana pertanto ho inserito il loro banner in HP, come avevo previsto)
- Desideravo intervenire il meno possibile sul design. Volevo un tema già molto bello e caratterizzato per non intervenire troppo sul CSS e mantenere tutta la mia concentrazione sui contenuti e sulla user experience)
- Volevo utilizzare meno plugin possibili (questa era un po’ una wishful thinking)
La terza domanda è: come prendo le decisioni? Quali tecniche uso per validare le mie ipotesi e scoprire cose nuove?
- La prima cosa che ho fatto è stato fare una Customer Interview, ovvero fare alcune domande sull’usabilità del sito a persone che l’avevano già o non l’avevano mai utilizzato prima di quel momento. Ho pubblicato un post nel gruppo di VDSP chiedendo chi volesse essere intervistata per contribuire a migliorare il sito web. Mi hanno risposto in 5, un numero di persone adatto per avere dei risultati concreti e risposte esaustive.
- Ho utilizzato per un mese di seguito un’heatmap plugin, ovvero un plugin che traccia delle aree di calore a seconda delle aree più o meno cliccate su una o più specifiche pagine web. Io l’ho utilizzato sia per la HP (in entrambe le lingue) che per la blog page.
- Ho pensato al futuro di VDSP. Come avrei voluto che si evolvesse il progetto tra 1, 2, 3 o 5 anni?
- Grazie all’aiuto di Roberta, ho analizzato le statistiche di Google. Dove vanno le persone che utilizzano il sito? Cosa cercano? Quanto tempo restano sul sito? Quale percorso fanno per trovare quello che stanno cercando?
L’ultima domanda che mi sono fatta è stata: quali caratteristiche deve avere il mio tema per soddisfare tutte le mie necessità?
Ho diviso le caratteristiche in essenziali, cioè quelle a cui non avrei voluto rinunciare, e opzionali, cioè quelle di cui avrei potuto fare a meno.
Quelle essenziali erano:
- Volevo che fosse accessibility ready
- Avrei voluto che avesse come feature l’HP suddivisa in blocchi tramite widget
- Desideravo che avesse poche features, non avevo bisogno di un tema con decide di proposte di modifica o caratteristiche, non volevo sentirmi confusa o avere troppi dubbi sulla grafica, perché, come detto sopra, il mio obiettivo era concentrarmi soprattutto sui contenuti e sulla user experience.
- Volevo comprarlo da un provider con ottime recensioni (sinonimo di affidabilità e solidità)
- Non volevo assolutamente utilizzare un visual composer
Quelle opzionali, per cui avrei potuto trovare altre soluzioni, erano:
- Utilizzare meno plugin possibili o almeno meno di quelli che avevo installato in quel momento
- Un blog multiautore ha bisogno di una pagina in cui mostrare foto, nome e descrizione di chi collabora al progetto, ovvero la pagina del team. Avrei voluto che questa pagina fosse una feature del tema e non doverla creare da zero.
Mi sono poi anche chiesta: quali caratteristiche deve avere il mio tema specificatamente per la sua blog page?Anche qui divise in essenziali e opzionali.
Quelle essenziali erano:
- Box descrizione in author page e category page integrati nel tema. Ovvero, un box con un breve testo che descrivesse ogni categoria nella pagina con il suo elenco dei post e un altro con una breve biografia nella pagina con l’elenco dei post di una sola autrice. (ecco due esempi, category box qui e author box qui)
- Volevo che la blog page avesse una struttura a griglia, con almeno due post per riga, invece del classico elenco di post con sidebar laterale. Il mio obiettivo era dare al pubblico, specialmente su desktop, più post in una pagina sola.
- Volevo che l’author box, ovvero il box con la biografia e l’immagine dell’autrice dell’articolo, fosse una feature integrata nel tema. L’author box è necessario in un blog multiautore perché è utile – oltre che bello! – che ogni articolo sia accompagnato dalla biografia e dal nome di chi l’ha scritto.
Quelle opzionali, per cui avrei potuto trovare altre soluzioni, erano:
- Gli articoli correlati e le icone per la condivisione degli articoli sui social integrati nel tema. Opzionale perché avrei potuto utilizzare un plugin esterno per entrambi o uno che avesse tutte e due le possibilità.
A questo punto, con la scelta del tema fatta e il restyle del sito web concluso, prima della messa online mi sono fatta una domanda: ho raggiunto i miei obiettivi?
Sono soddisfatta del risultato?
Prima di rispondere a questa domanda, parliamo prima di 3 cose: l’HP prima e dopo, la blog page prima e dopo e le differenze nella parte centrale tra l’HP della versione in italiano e quella della versione in inglese.
L’HP Prima era così
Prima del restyle, chi entrava nel sito per la prima volta dall’HP non capiva dove fosse. Sia da pc, che da tablet che da cellulare, le uniche cose che vedeva erano un menù piuttosto confuso, un logo blu e giallo su sfondo azzuro e l’immagine di una ragazza che guardava l’orizzonte, ragazza che spariva nelle versioni tablet e mobile del sito. Avevo già intuito da tempo di dover modificare quella parte dell’HP per rendere il sito riconoscibile al primo sguardo e le ragazze che hanno partecipato alla customer interview hanno validato la mia ipotesi (oltre a darmi enormi suggerimenti sul menù, ma questa è un’altra storia).
L’HP ora è così
Per rendere riconoscibile a colpo d’occhio il sito, ho cercato un tema che prevedesse la possibilità di inserire il titolo e il sottotitolo in HP, subito sotto al menù, visibile in tutte le dimensioni di schermo possibile. Adesso, la prima cosa che si vede, entrando dall’HP, è “Viaggio da sola perché – Il sito delle donne che viaggiano da sole ma che fanno rete tra loro” oltre che l’immagine di una ragazza che tiene in mano un mappamondo che catalizza l’attenzione al centro dello schermo (e non sparisce se si passa da pc a cellulare).
La blog page prima era così
La blog page, per 3 anni, è stato l’esempio classico del blog con gli articoli incolonnati in una lunga lista, con titolo, immagine molto più grande del necessario, breve estratto e sidebar laterale sulla destra. Molto classy! Volevo completamente cambiare questa situazione, scegliendo un tema che avesse come unica opzione una blog page a griglia. Sapevo, grazie all’heatmap plugin, che il pubblico non era interessato a cliccare sui link contenuti nella sidebar, pertanto ho preso la decisione di eliminare quest’ultima durante il restyle, per dare il massimo dello spazio agli articoli.
La blog page ora è così
Esattamente come volevo, la blog page oggi è una griglia con 2 post per riga – per un totale di 10 articoli in una pagina – un’immagine più piccola e graziosa, un titolo di dimensioni leggibili e, soprattutto, il nome dell’autrice, necessario in un blog multiautore. Tutto molto più equilibrato.
Prima, le due HP erano identiche: stessi contenuti, lingue diverse. Perché, farne due adesso, una per il pubblico italiano e una per il pubblico che legge in lingua inglese?
Per 3 motivi: il primo perché VDSP offre molti più contenuti al pubblico italiano, perché è un progetto che negli anni ha targettizzato i contenuti specificatamente per le donne italiane. Il secondo perché avevo intuito che, leggendo le statistiche, il pubblico inglese utilizzasse il sito prettamente come blog e non fosse interessato ad altre proposte. Il terzo perché l’heatmap plugin mi ha detto, tracciando le aree più cliccate di entrambe l’HP, che la maggior parte dei click del pubblico italiano fosse in corrispondenza dei tre articoli appartenenti alla categoria “Storie di donne che viaggiano da sole” che avevo inserito nella parte centrale della prima versione del sito. Il pubblico inglese, invece, presentava la maggior parte dei click sul link “Blog” all’interno del menù.
Durante il restyle ho quindi dato ai due gruppi esattamente quello che volevano: al pubblico italiano ho lasciato in HP gli ultimi 3 articoli della categoria “Storie di donne che viaggiano da sole” con un link per andare a leggere le altre storie nella stessa categoria (grazie alle ragazze della customer interview che mi hanno suggerito di aggiungere questo link) e al pubblico inglese ho messo in HP gli ultimi 9 articoli pubblicati nel blog, con il link per continuare a leggere gli altri articolo del blog.
Tornando alla domanda di prima: sono soddisfatta del risultato?
La risposta è sì…con riserva!
Sì perché
Ho soddisfatto tutte le necessità essenziali, ho progettato due HP come le voleva il pubblico di VDSP, il sito rispecchia al 100% il risultato che volevo ottenere e, dopo la messa online, ho ricevuto ottimi feedback.
Con riserva perché
Principalmente per 3 motivi:
- La pagina del team non è una feature del tema. Per sopperire a questa carenza, ho trovato una soluzione decisamente creativa. Ho utilizzato un’altra feature, uno shortcode (ovvero un piccolo codice contenuto tra due parentesi quadre) dedicato alla tabella prezzi che gli sviluppatori avevano già incluso nel tema e che io, tramite una modifica veloce, avevo reso adatto per la mia pagina team. Questo è il risultato, esteticamente gradevole e tecnicamente funzionante.
- Ho utilizzato due plugin esterni per gli articoli correlati e le icone per la condivisione degli articoli sui social. L’avevo già previsto, per questo erano tra le caratteristiche opzionali.
- In ultimo, non sono soddisfatta al 100% della versione in inglese del sito, specialmente della parte superiore dell’HP, per la quale non sono ancora riuscita a tradurre il sottotitolo per via della mancanza di questa opzione nel plugin che utilizzo per la traduzione. Il titolo invece, così caratteristico, è sempre stato lasciato così, senza traduzione in evidenza.
Quindi, ricapitolando
Sono 4 gli step che ho individuato, e che seguito, per scegliere il tema giusto per un blog multiautore e multilingue:
- Individuare i problemi
Quali problemi ho? Come faccio a scegliere un tema che mi aiuti a risolverli? - Individuare gli obiettivi
Quali sono i risultati che voglio ottenere con questo tema? A chi sto parlando? Cosa vuole il mio pubblico? - Fare ricerca
Quali tecniche utilizzo per validare le mie ipotesi e scoprire cose nuove? - Individuare le necessità
I tre punti precedenti mi hanno dato chiarezza, ora, quali caratteristiche voglio che abbia il mio tema per raggiungere gli obiettivi prefissati?
Scegliere il tema giusto per un blog multiautore e multilingue è impegnativo, io ci ho messo circa 4 mesi di ricerca e analisi e una settimana molto intensa di lavoro sul sito. È anche molto divertente però, soprattutto scoprire così tante cose sul proprio pubblico e interagire direttamente con loro per ottenere ottimi risultati che anche loro sono felici di poter vedere.